All’incrocio dei tre torrenti Troncalosso , Rio Destro e Acquacheta nasce il centro abitato di Biforco , luogo in cui si svolgono attività di agricoltura e pastorizia con una grande produzione di cereali e formaggi.

Intorno all’anno 1000 prende il nome di San Benedetto in Alpe a seguito della costruzione dell’antica abbazia dedicata al Santo.

In un primo tempo un gruppo di monaci che seguivano la Regola benedettina si insediarono sul Piano dei Romiti , una vasta area verde circondata da una moltitudine di piccole valli confluenti in un unico torrente che scorre lentamente in piano formando dolci anse la cui tranquillità trasmette un senso di pace che ricorda il paradiso , l’Acquacheta.

Una volta raggiunto un numero consistente essi decisero di fondare un proprio monastero individuando in Biforco il luogo adatto per realizzarlo.

L’abbazia, risalente all’anno 848 , venne costruita nella parte alta chiamata ancor oggi Poggio in una posizione riparata dai freddi e forti venti del nord e favorevolmente esposta a solino.

La parte bassa e più umida del paese prese il nome di Mulino per la presenza come si può intuire dal toponimo di strutture dedicate alla lavorazione delle granaglie.

Il monte Lavane da una parte ed il Falterona dall’altra rendevano quasi obbligatorio il passaggio della via Maestra Fiorentina da San Benedetto in Alpe , perciò , unitamente alla presenza dei monaci , questa particolarità contribuì a rendere il paese un importante nodo per scambi commerciali, soprattutto in epoca medioevale quando Firenze dopo la sua decaduta iniziò ad intraprendere affari con la Romagna.

Sembra che la nascita di Portico di Romagna sia dovuta proprio a questo ,in quanto il portico era il luogo dove di solito si svolgevano mercati e fiere.

Grandi personaggi sono stati in questo piccolo borgo , da San Romualdo nel 989 e nel 1004 prima della fondazione del monastero di Camaldoli , San Pier Damiani fondatore dell’Eremo di Gamogna ancora oggi esistente , Boccaccio ed il sommo poeta Dante Alighieri che cita la cascata dell’Acquacheta nel XVI canto dell’Inferno della Divina Commedia.